Testi

Mimmo Bua
Ignazio Delogu
Jorge Eduardo Eielson
Francesco Masala
Paolo Pillonca
Anna Cristina Serra
Leonardo Sole


Regia

Giampietro Orrù


Progetto

Maria Lai e "Fueddu e Gestu"

 

Azione teatrale itinerante
Siliqua, 4 ottobre 1997

Realizzazione: Cooperativa Teatro "Fueddu e Gestu" con la collaborazione e partecipazione della comunità di Siliqua

 

Spettacolo

Scoprire e ritrovare forme d'arte, insieme, coinvolgendo un'intera comunità e la sua essenza vitale (uomini, donne, bambini e ragazzi), trasformando il paese in opera d'arte e di poesia.
Questo è "Arteisieme": l'incontro tra la grande arte di Maria Lai, gli interventi teatrali degli attori e animatori di "Fueddu e Gestu" e il paese di Siliqua.
"Arteinsieme" risponde all'esigenza di allontanarsi dai luoghi deputati del fare arte figurativa, avvicinarsi alla gente comune e rendere l'opera leggera e leggibile a più livelli.
La proposta di coinvolgere un intero paese nella costruzione di un'immagine simbolica non ha intenzioni ludiche o didattiche, anche se ne presenta alcuni aspetti, ma si pone come ricerca orientata a capire, più che a spiegare, quali direzioni l'arte contemporanea può individuare per un suo rinnovamento.
L'autore, che nel suo lavoro esce sempre da se stesso, in questa esperienza tenta in modo concreto di diventare collettività. Cerca collaborazione in chi può garantire attenzione e rispetto delle regole che l'opera impone nel suo farsi immagine.
La Cooperativa Teatro "Fueddu e Gestu", che ha suggerito il tema della poesia ed il coinvolgimento dei bambini (e, di conseguenza, di tutta la comunità), con cui opera attraverso l'animazione, propone un percorso che, a partire dalle filastrocche popolari, arrivi al linguaggio dell'arte e della poesia.
L'autore di "Miele amaro", Salvatore Cambosu, aveva ampiamente trattato l'argomento nella sua opera e un suo racconto, in particolare, parla del cuculo che può offrire il dono di "diventare poeta" a chi sa avvicinarsi con estrema cautela ("Ma quanto è difficile cosa!") all'albero dove lui canta, mentre il cuculo, non essendosene accorto, resta lì e continua a cantare. L'immagine dell'albero diventa ora progetto di monumento stabile nel paese, punto di partenza e d'arrivo per le azioni e le immagini della poesia offerte agli spettatori.
Albero, simbolo anche del progetto "Arteinsieme": dalla radice al tronco, alle foglie, con la sua linfa incontrando la luce offre ossigeno da respirare.
"Il Miele Amaro" - diceva Cambosu - "è una perfetta metafora dell'arte: contiene il dolce e l'amaro, la vita e la morte; nasce da una società che opera all'interno di un ordine, intorno ad un centro vitale, l'ape regina, a cui dà informazioni che condizionano la produzione del miele, cibo vitale per tutti.
La cultura umana nasce da una collaborazione tra gli operatori dell'arte e l'organismo sociale.
Le api costruiscono il favo con lo stesso rigore matematico con cui l'arte costruisce le sue opere; e infine il favo ci dà la cera che serve per illuminare.
Ogni poesia è una luce nel buio della vita.
"
Salvatore Cambosu a Maria Lai, 1954.

Maria Lai

 

Si vive "assonnati e nell'angoscia" - dice Maria Lai - disponibili allo scatenarsi del "selvaggio" che è in noi o della scintilla meravigliosa che dà dimensione umana al mondo.
Questa scintilla è la poesia: qualcosa di magmatico che si libera da oscure profondità dell'essere per rigorosissime geometrie. Sono percorsi di senso che ci aiutano a costruire nuovi universi possibili. Il poeta che li crea è un bambino con l'ansia d'infinito e mente progettuale: un Icaro con la mente di Dedalo.
Il respiro dell'arte è oggi più indispensabile dell'ossigeno, se vogliamo costruire percorsi di civiltà.
L'arte è la forma, dice ancora Maria Lai, "che contiene un sogno". Un sogno, o meglio un'utopia, che deve essere restituita alla realtà quotidiana.
Come? Predisponendo percorsi operativi in cui il corpo sociale possa riappropriarsi delle capacità d'ascolto, di sguardo e di voce - sempre più latenti e inattive nell'umanità di oggi - che consentano ai protagonisti dell'azione (teatrale, poetica, artistica) di rimediare il mondo reale sulla misura dell'utopia. Un fare sociale stimolato e orientato dalla poesia: qualcosa che - come in un favo - faccia uscire dagli oscuri labirinti dell'anima alla luce del sogno quel miele dolce come la vita e amaro come la morte, che traduce il nulla in infinito.
Senza questa luce la vita è caos. È questa luce che ci fa conoscere "l'altra faccia della realtà", il diritto di quel rovescio che è la vita.
Per questa riconquista collettiva dei percorsi del sogno Maria Lai ha costruito con le sue rigorose installazioni un universo possibile splendido e delicato come una bolla di sapone, ferreo e inaccessibile come un antico castello.
"Fueddu e Gestu", guidato dalla fantasia operativa di Giampietro Orrù, non nuovo a queste esperienze di teatro di poesia dinamico e aperto a diverse possibilità di lettura, ha realizzato dei percorsi reali ritmati da stazioni (i luoghi della poesia) nel centro storico di Siliqua.
Una moderna opera teatrale aperta che, giocando sulla pluralità dei codici, si muove in direzione di un nuovo linguaggio, in cui confluiscano e si fondano (non secondo la tecnica dell'assemblaggio ma alla luce di un progetto globale) componenti, frammenti e stimoli provenienti dalle altre lingue dell'arte: poesia, musica, pittura, scultura, danza.
Le stazioni previste, sette, sono dedicate ai temi dell'origine del linguaggio e dell'arte, sotto il simbolo (mutuato da Cambosu) dell'albero del miele amaro (n.1), la trappola poetica che cattura l'infinito (2), l'alfabeto e la parola (3), la barca di carta (4) che ci spinge verso l'infinito e la conchiglia (5) che ci guida con l'ascolto di quei ritmi profondi, l'alveare (l'arte come sistema matematico, ravvivato dall'emozione) (6) e la cera del vissuto che decanta e si raffina nelle forme assolute dell'arte (7). I testi originali e funzionali al progetto sono stati scritti da autori sardi contemporanei.
Questo teatro itinerante è segmentato da installazioni fisse e mobili, come pannelli in forex e lenzuola bianche, con "segni" di poesia visiva appesi ai balconi, terrazzi e muri delle case. L'itinerario si apre e conclude nell'Anfiteatro, che ha al centro la scultura dell'Albero del miele amaro creata da Maria Lai.
In ciascuna stazione, dunque, si attiva una metafora, traducendosi in una serie di azioni ed eventi teatrali collettivi, in cui l'animazione si sposa con le modalità (anche innovative) del teatro contemporaneo.
In questa costruzione itinerante anche i bambini sono co-protagonisti, come pure la folla dei partecipanti in quanto pubblico. Non agiranno in proprio e, per così dire, per capriccio individuale, ma seguendo i sentieri della fantasia, invisibili ma precisi e rigorosi, di quei mondi possibili prefigurati dall'artista.
Così l'opera d'arte, nata dall'artista e fatta propria dalla gente, ritorna a ricomporsi nell'universo utopico, ma carica dei contenuti umani della quotidianità.

Leonardo Sole

 

Interpreti

Maria Antonietta Azzu
Mariano Corda
Maura Grussu
Heleanna Grussu
Gianni Melis
Nerina Nieddu
Sandra Schirru
Stefania Serpi

 

Musiche

Ottavio Farci
Veronica Maccioni
Beatrice Serci
Sandro Marongiu
Mario Lampis

 

Apporto tecnico

Michele Gerra
Roberto Devino

 

Service audio-luci

La Lumiere di Elvio

 

Con la partecipazione dei bambini e dei ragazzi del Laboratorio di animazione interdisciplinare condotto dalla Cooperativa "Fueddu e Gestu"

Direzione Organizzativa
Stefano Sole

Consulenza
Angela Grilletti Migliavacca
Arte Duchamp

Cooperativa Teatro Fueddu e Gestu
www.fuedduegestu.it